Vespaiolo IGT 2018, Rarefratte, Breganze (VI)

di Gianpaolo Giacobbo

Vespaiolo IGT 2018 Rarefratte

Età media della vigna 120 anni

Suolo vulcanico con piccola presenza argillosa e sabbiosa

Selezione dei grappoli più maturi

Pressatura diretta e fermentazione in cemento

Affinamento: 6 mesi di botte di acacia non tostata e ulteriore affinamento in bottiglia di 1 anno

Servito a temperatura di cantina circa 17 gradi

Bevuto alla sera 21.00

Giorno 21/04/24, radice per il calendario Thun

Questo è un perfetto esempio delle grandi potenzialità della Vespaiola, vitigno autoctono di Breganze, nel vicentino, ai piedi dell’altopiano di Asiago. Luogo di grande vocazone vitivinicola dove suoli vulcanici e calcarei convivono in un abbraccio armonico. 

In questi suoli la Vespaiola si esprime al meglio capace di essere una nobile base spumante, dotata di grande freschezza e intensità, quanto il dolce torcolato. Nel mezzo, le sfumature, che appartengono ai grandi vini. Non sempre questo emerge, ma quando il vignaiolo è dotato si particolare sensibilità e visione il risultato è entusiasmante. Come questo Vespaiolo 2018 di Rarefratte di Cristian Moresco, un produttore che vive con intensità il territorio che gli ha dato i natali e con esso, dialoga nello spazio e nel tempo. 

Vino luminoso sembra oro liquido, emana una luce propria, sinuoso nel movimento nel bicchiere. Il naso rapisce per intensità ed elegante complessità. Si capisce dai primi istanti che ci si trova davanti ad un grande vino sebbene abbia deciso di concedersi lentamente, che di per se è un bel segnale.

Profondo e articolato, sulle prime emergono note di crosta di pane ed evidenti sensazioni di pietra focaia senza che queste possano mai sovrastare il profilo aromatico. Dopo alcuni minuti, un cambio di rotta  verso la frutta matura albicocca e l’agrume disidratato, lo zenzero ,camomilla, pepe  e note balsamiche di eucalipto. Il richiamo alla sorsata è tale che abbandono per un attimo il naso per cercare voluttuoso il bicchiere che non tradisce le aspettative.

Attacco di bocca sapido, l’acidità è presente e ben integrata in una struttura compatta ed elegante. Lo sviluppo gustativo è armonico un perfetto equilibrio con un riverbero che sembra non avere fine. Vino che scorre inizialmente quasi fosse acqua per poi prendere volume riscaldandosi sul palato e sviluppare tutte le sensazioni gustative preannunciate al naso e anche di più.  Dotato anche di una giusta grassezza che avvolge il palato, quasi una cremosità. Rapisce mentalmente il suo fare imprevedibile,  a sei anni dalla vendemmia dimostra di aver ancora molto da dire anche se ho la sensazione di averlo colto nel suo momento migliore.

Abbinato ad una pizza fatta in casa, da mia moglie, e asparagi verdi della Cooperativa Sociale Conca d’Oro. Matrimonio perfetto quasi tradizionale sarebbe andato molto bene anche l’asparago bianco di Bassano Dop ma questo avevo in casa.

Lo dico sottovoce ma alla cieca mi avrebbe condotto in Borgogna probabilmente per quel suo essere così vibrante per le sue note complesse ma nel contempo di facile approccio. Non amo questi paragoni ma quel che ho provato è stato sorta di flashback verso Meursault. 

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