Frozen Vineyards

di Gianpaolo Giacobbo

Il flusso d’aria siberiana si sta facendo sentire, non solo nell’abbassamento delle temperature percepite, ma anche tra i filari delle vigne. Eh già, non bastava l’Annus orribilis che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere, non bastava la grandine sempre più violenta, vogliamo perderci una gelata?

Nel periodo primaverile, proprio quando tutto sta rinascendo, quando anche noi abbiamo la sensazione di tornare a riprenderci le nostre vite, può accadere che possa arrivare quella coda d’inverno capace di compromettere l’attività della pianta già sul nascere. Già nella primavera del 2017 abbiamo assistito ad un fenomeno che ha compromesso buona parte della coltura del nord Italia e anche in Francia. Cosa si può fare per salvare le vigne o le colture quando le temperatura precipita vertiginosamente sotto lo zero?

Nell’alta Borgogna assistiamo a coreografiche accensioni di fuochi tra i filari, che possano recuperare qualche grado di temperatura per evitare al gelo di prendere il sopravvento. Tecnica importata anche a casa nostra di cui però non se ne conosce l’esito. 

A difesa di questo evento, ssiste un metodo di irrigazione, anti brina, che provvede a distribuire l’acqua sulla superficie della vigna affinché si possa creare una sorta di strato protettivo di ghiaccio sulla gemma. A quel punto l’interno dell’involucro ghiacciato, non scenderà mai al di sotto dello zero salvaguardando, in parte, il raccolto o perlomeno contribuendo a limitare i danni. Sostanzialmente si tratta di una nebulizzazione generata che si poggia sulla pianta. Per i produttori sono momenti di grande tensione che si sommano ai numerosi a cui purtroppo il cambio climatico ci sta abituando. La natura si dimostra a volte violenta ma queste sono le regole del gioco a cui bisogna sottostare.

Foto di Maurizio Favrel nella vigna Malibran a Susegana

Hanno levato il materasso prima dell’atterraggio

Di Walter Cogotti, Oste a “Il Chiosco” in Padova

Hanno levato il materasso prima dell’atterraggio.

Javier Sotomayor Sanabria cubano, artista del salto in alto e detentore del record mondiale di 2,45 metri, record stabilito nel 1993. Il record sta in piedi da 27 anni. Embargo nei confronti di Cuba. Record mondiale di resistenza da parte del popolo cubano. Il record sta in piedi da 61 anni.

Dal primo giorno di questa pandemia siamo letteralmente massacrati dalla retorica.La retorica degli arcobaleni e dei tricolori sui balconi, la retorica de ne usciremo migliori, la retorica dell’andrà tutto bene, la retorica dei medici in trincea, la retorica stucchevole della guerra contro il virus, nemico invisibile. Solo ieri il nostro capo della protezione civile ha dichiarato a proposito della lotta alla pandemia che in periodo di guerra servono leggi speciali adatte alla guerra.

Il Generale Figliuolo tronfio nella sua divisa piena di mostrine gli fa da eco con dichiarazioni simili e postura da istituto luce. Una possibilità di cambiare la storia. Pochi giorni fa abbiamo avuto la possibilità di cambiare la storia e di uscirne veramente tutti migliori.Alla risoluzione dell’Onu che prevedeva la possibilità di sospendere per il periodo della pandemia le sanzioni economiche nei confronti di Cuba il nostro paese in guerra ha votato contro.

Il nostro paese della retorica si è dimenticato degli alleati in questa questa guerra. Si è dimenticato della brigata cubana “ Henry Reeve” composta da medici cubani giunti nella trincea lombarda durante la dura battaglia di Crema , circa un anno fa durante la prima terribile ondata che rischiava di farci arretrare in questa terribile guerra, nonostante i medici e gli infermieri in trincea e bla bla bla.

Siamo in guerra quando ci conviene esserlo e se non ci conviene togliamo il materasso da sotto il culo di Javier Sotomayor Sanabria poco prima che atterri da un’altezza di 2,45 metri.

A Chioggia, il terroir è il mare.

 

Pesca delle Cannocchie Foto di Domenico Arena
Pesca delle Cannocchie
Foto di Domenico Arena

Mia mamma è nata a Chioggia. La cugina povera di Venezia, la Napoli del nord così viene spesso definita ma Chioggia è Chioggia una città con una personalità forte, senza mezze misure. Nel mio sangue quindi scorre molto iodio e la passione di un luogo violento come questo dove tutto è più acceso, i colori delle case, l’odore dei canali, le urla del mercato del pesce e il carattere dei chioggiotti, fatto di passione, amore e violenza. Con un chioggiotto non ci sono mezze misure può essere il tuo peggior nemico come il tuo amico più affidabile. Chioggia l’ho vissuta a fasi alterne molto da bambino con mia nonna Zoe e i miei numerosissimi zii, nove per l’esattezza e poco, troppo poco, in età adulta. Non ho mai dimenticato quei luoghi e le esperienze che ho vissuto al porto, al mercato del pesce o nei campi di carote e radicchio. Il legame con questa terra legata indissolubilmente al mare mi porta anche dei privilegi, come quello di avere accesso a materie prime altrimenti inarrivabili. I miei zii fanno a gara per fornirmi ogni bendidio donato dal mare. C’è chi, con la sua barca va in mare e mi manda il messaggio con ciò che pesca, chi mi aspetta a casa con le vongole che raccoglie e chi invece, sapendo della mia latitanza, arriva a casa mia a Bassano per portarmi ciò che non potrei mai avere.

 

Cannocchie
Cannocchie

Oggi è toccato a Flora, mia zia, che preso contatto con Luca la sera prima per sapere se i “bateli” (i pescherecci) fossero usciti in mare o meno.“Domattina alle sei ti mando una mail per vedere se arriva qualcosa” , la zia è tecnologica! “Bene risponde la zia io accendo il computer alle cinque”.

Il giorno appresso mentre la zia sta chiudere la moca del caffè delle sei quando il sole deve ancora fare capolino, dal pc arriva il “din”, il segnale di arrivo della mail che nel silenzio della mattina suona fortissimo.
Nella mail una foto del banco del pesce di Luca.
“Sono usciti per poco perché il mare era grosso hanno dovuto rientrare ma hanno fatto qualche calata” .
Il banco era meraviglioso con le Cannocchie, i Seppi, i maschi delle seppie ancora piccoli, e qualche anguilla selvatica di passaggio verso Malamocco, vicino al Lido di Venezia.
Così la zia Flora arriva al mercato ancora con il buio, un mercato già affollatissimo dai chioggiotti, quelli veri, che vogliono il pesce fresco, e sono disposti a pagare qualche euro in più per avere i pezzi migliori. Questo non accadeva quando frequentavo il mercato con la nonna Zoe, ma i tempi evidentemente sono cambiati.
La zia torna a casa, pulisce il pesce, lo cucina, mette in pentola una polenta e trova il tempo per un dolce.

Polenta

Con le pentole ancora calde prende la macchina con lo zio Renato e arriva a Bassano del Grappa per farmi godere il sapore del mare, in genere si dice della terra ma ora il terroir è il mare. Io faccio onore a tutto con un Riesling Trocken della Mosella del 2007. Chissà se mi merito tutto ciò.

Riesling Trocken Weingut Karthäuserhof 2007

Ufficio Temporaneo

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Foto: Gianpaolo Giacobbo

C’era una volta l’ufficio in centro storico con la targhetta in ottone lucidata di settimana in settimana. Uno degli obiettivi degli yuppies anni ottanta, oltre alla bella macchina e il Rolex era questo. Le cose sono, ahimè, cambiate la bolla di ricchezza, illusoria, è scoppiata e tutti ci siamo rimessi in gioco. La posta da pagare è alta ma la parola d’ordine è “reinventarsi”. Accade così che il Caffè di Libri, di Bassano del Grappa metta in campo un’idea davvero originale. Maurizio e Monica sono un vulcano di idee, persone dalle menti inquiete. Del resto un locale che nasca fuso in una libreria non è cosa di ogni giorno, di solito queste cose non accadono in una cittadina come Bassano ma a New York o a Tokio. Ma nei giorni dei mille interrogativi hanno pensato di destinare uno spazio del loro locale all’ufficio in affitto. Un luogo elegante, sobrio, funzionale con una scrivania, poltrone, un fotocopiatore, wireless a banda larga, una sala riunioni munita di proiettore dove il piccolo professionista, l’agente, il mediatore, il grafico emergente, un’associazione culturale insomma chiunque abbia necessità di incontrarsi e di far nascere il proprio lavoro e le proprie idee può sfruttare. E’ il segno di una società che non getta la spugna ma che si plasma alle esigenze quotidiane. L’affitto di un locale in centro non è più sostenibile, i costi fissi sono eccessivi poi se ci si mette anche la Tares, mettiamo la ciliegina sulla torta. Finita la riunione poi non serve nemmeno impegnarsi troppo per trovare un bar per il caffè e un dolcino o l’aperitivo serale. Bella idea Stay Rock!

Giampi.

Caffè dei Libri – Bassano del Grappa –

Vicolo Gamba, 5
36061 – Bassano del grappa VI
tel.: 0424.227769

Aperto tutti i giorni   08.00 – 02.00

Chiuso il lunedì

info@vicologamba.it

Google Maps Vicolo Gamba, Caffè dei Libri

Un Blog mio perché?

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Me lo chiedo anch’io, perchè un blog mio? Era da un po’ che questa idea mi girava per la testa, e la voglia di avere un luogo libero dove posso decidere quando, quanto, e cosa pubblicare senza rendere conto a nessuno, mi ha spinto verso questa decisione. Questo per me sarà un contenitore di idee da cui potrà nascere ogni cosa. Non mancherà lo spazio dedicato al vino, ai ristoranti e all’enogastronomia in genere, ma ci sarà spazio per le persone, le riflessioni raccolte durante i miei viaggi tra i vari vigneti e lo spazio dedicato al Rock che non può mancare. La macchina fotografica sarà la mia compagna di viaggio inseparabile, quindi immagini e video daranno maggior forza alle emozioni che vorrò condividere.  Inizio così questa avventura nuova vediamo un po’ come andrà. Se vi va seguitemi, penso di avere una vita interessante… Stay Rock!

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