Le sfumature di verde dei Vignaioli Indipendenti Trevigiani

Verso la metà degli anni novanta, seguivo i DTV Dodici Tonalità di Verde, un gruppo underground locale. Un nome ispirato alla canzone “verde” di Federico Fiumani leader dei Diaframma. Mi piaceva la spontaneità di quel gruppo, tecnicamente forse non di altissimo livello, ma capace di donare energia e credibilità. Al di la del percorso musicale del gruppo ricordo di essermi soffermato sull’idea delle dodici tonalità di verde e di come ciascuna di queste sfumature potesse avere una storia a se. Quando ho saputo del progetto “sfumature di verde” gestito da Forcoop Cora Venezia con i Vignaioli Indipendenti Trevigiani non ho potuto fare a meno di pensare a quel momento e a quelle riflessioni tutto sommato giovanili.

Essere vignaiola o vignaiolo significa gestire le varie sfumature di verde attorno a se e alla propria famiglia. Non vuol dire solo coltivare la terra per ottenere dei prodotti ma piuttosto prendersi cura di un luogo, custodirlo e donare molto di più di ciò che si può raccogliere. Obiettivo del progetto “Sfumature di Verde” è stato quindi quello di legare l’impegno dei viticoltori verso un prodotto e una produzione più sostenibile e “verde” anche per dare sviluppo al settore enoturistico che vede una crescente domanda.

A chiusura del progetto “Sfumature di Verde” ha avuto luogo un evento on line di degustazione in collaborazione con Vignaioli Trevigiani FIVI. La degustazione ha rappresentato il punto di arrivo del progetto “Sfumature di Verde”: una ventina di vignaioli, aderenti all’associazione Vignaioli Indipendenti Trevigiani FIVI (https://www.vignaiolitreviso.com/).

La degustazione on line ha visto protagonisti cinque produttori VIT con altrettanti vini espressione delle proprie terre ma anche specchio della ricerca che ciascuno di questi produttori conduce quotidianamente. Una degustazione insolita ma che si adatta alle esigenze di questi tempi. Presenti alla degustazione molti dei collaboratori veneti della Guida Slow Wine e, collegato da Bologna, Fabio Giavedoni che con Giancarlo Gariglio è il curatore nazionale della guida. Presenti anche molti sommelier FISAR e AIS e collaboratori di varie testate specializzate nel settore vino.

A condurre la degustazione Gianpaolo Giacobbo e Patrizia Loiola a rappresentare Forcoop Cora Venezia. Le cinque aziende che hanno partecipato alla degustazione in rappresentanza dei  Vignaioli Treviso erano: Case Paolin, Loredan Gasparin, Moret Vini, Graziano Sanzovo, Bellese Vini. I vini presentati sono stati quelli che in qualche modo rappresentano una strada diversa o per lo meno che portano con un’espressività non dichiarata.

Il Prosecco Colfondo Codolà di Graziano Sanzovo rappresenta la tradizione del vino di Valdobbiadene. Il vino che sa mettersi a nudo con orgoglio e che non ha bisogno di orpelli per mettersi in mostra. Diretto essenziale e frutto di questa terra. Alla vista si presenta torbido per sua natura e genesi al naso dopo un iniziale momento di introspezione si lascia andare a sensazioni fresche quasi balsamiche, floreali eteree. Al palato è sapido e asciutto con una bollicina cremosa e sottile che invoglia la sorsata abbondante.

Mirco di Case Paolin ha portato Pietra Fine 2019 un sorprendente Extra Brut Charmat lungo di nove mesi capace di esprimere con forza la sassosità di una zona non ancora esplorata ai piedi del Monte Grappa a Cavaso del Tomba per l’esattezza su terreno in superficie grasso ma che nella profondità ha buona presenza di calcare. Bollicina fine elegantissima naso tratteggiato piccole pennellate assestate bene con note agrumate, glicine, timo di montagna. Al palato convince per equilbrio gustativo la scelta del tenore di zucchero che tende a zero è quanto mai centrata. Bella la progressione gustativa e la verticalità espressa.

Di Marco Moret di Moret Vini abbiamo potuto letteralmente godere di questo Incrocio manzoni 13.0.25 che già si era messo in mostra durante una visita in azienda. Marco è un vignaiolo a cui piacciono le sfide ma che ha la grande sensibilità di conservare l’identità territoriale a dispetto delle mode che molto influenzano le zone in cui vive. Questo incrocio Manzoni è un rifermentato rosè che vede il Moscato d’Amburgo e il Raboso del Piave uniti in un unico vitigno. Vino dallo spettro aromatico ben definito nella direzione floreale dei petali di rosa ma anche agrumato di pompelmo rosa e spezie. Al palato è piacevolissimo gustoso succoso e polposo.

Con Desirée Bellese Pascon, tra l’altro presidentessa dei Vignaioli Indipendenti Trevigiani, abbiamo avuto la possibilità di parlare della belussera. Un impianto tipico della zona del Piave che sta oramai vedendo l’estinzione. Si tratta di una tecnica di coltivazione ideata dai fratelli Belussi a fine 800 che vedeva  la vite disposta ad altezze di quasi quattro metri. Una tecnica tesa ad evitare il problema della peronospora senza l’utilizzo di prodotti esogeni. Vini Bellese produce Glera e naturalmente Raboso su questi vecchi impianti. Abbiamo assaggiato il Raboso Frizzante, una versione spensierata e fresca di questa varietà dai caratteri generalmente duri. Razza Piave! Vino fresco, fruttato piacevole al palato grazie non solo al pizzicore della carbonica ma anche al giusto equilibrio da sapidità e acidità. Godibilissimo non si smetterebbe mai di bere.

Lorenzo Palla di Loredan Gasparin ha chiuso in bellezza questa degustazione che minuto dopo minuto ha acquisto una fisionomia inaspettata. Il loro  Della Casa 2016 dimostra già al colore la sua identità. Entra in scena il classicismo. Loredan Gasparin è sempre stato fedele alla sua storia in un mondo che cercava la propria identità a destra e a manca. Lo dimostra questo vino dal fare sicuro. Un porto sicuro da approdo dove tutto è definito con eleganza. Cabernet franc, merlo, cabernet sauvignon e malbec. Equilbrio perfetto. Naso di profondità con note frutta matura, tabacco biondo e liquirizia. Più il tempo passa e più si dona ma sempre con toni misurati a ritmo cadenzato. Saporito al palato, setato piacevole, lascia un eco di se continuo.

Il Premio Levi a Lino Maga

IMG_0161

Il Premio Levi e Lino Maga

Premio è intitolato a Romano Levi, famoso artigiano grappaiolo di Neive (Alba).

La notizia per alcuni non è da prima pagina. Io sono tra quelli che ai premi non danno importanza, ma in questo caso il premio è un pretesto per valorizzare un vignaiolo che ha dato tutto alla sua terra. Questo riconoscimento prende ancor più valore ascoltando la voce rotta dalla commozione di Lino Maga mentre lo ritira alla mostra mercato della Fivi a Piacenza. Lui non è uomo da premi, a ben pensare non è nemmeno un uomo da manifestazioni, ma oggi è nel posto giusto e sembra godersi il momento. Ringrazia con voce tremante, nemmeno il microfono gli sta bene addosso, e ricorda Gino Veronelli, uomo chiave del suo percorso di vignaiolo.
Stringe il premio fra le mani mano, una targa incisa con una illustrazione appositamente creata da Piero Leddi, e con uno sguardo lucido e tono che si fa più ruvido, dice: “ho fatto molto per l’Oltrepò Pavese ma questa zona non ha saputo organizzarsi, è stato governata male”. Lo dice con amarezza sembra quasi che questo premio lui lo avesse voluto ritirare per l’intera denominazione.

“L’Italia” continua Maga “ è quella dei vignaioli dei piccoli numeri lavorati bene non quella dei grandi numeri. I piccoli numeri di qualità ci vengono invidiati da tutto il mondo e l’Italia sembra volerci rinunciare” parole che incidono lo sguardo dei presenti .
Lino Maga è un uomo che con i suoi silenzi e la sua determinazione ha dato onore ad un vino, il Barbacarlo, che è divenuto simbolo di determinazione, fierezza e del coraggio di credere nella propria vigna e nel proprio lavoro. E’ con questa motivazione che i vignaioli indipendenti italiani hanno deciso di assegnarli questa prima edizione del Premio. Lino Maga ha insegnato il rispetto per la vigna, l’importanza dell’attesa, la forza e il coraggio di attribuire il giusto valore al proprio vino lasciando che possa evolvere secondo il proprio tempo.
Il Barbacarlo sono al massimo 11.000 bottiglie mai una di più.
Come si legge sul comunicato stampa “Lino Maga e il Barbacarlo sono l’essenza del coraggio, sono il tempo, la voglia, l’energia, l’indispensabilità di difendere con forza uno, cinque, mille, cinquecentomila ettari di vigna, come atto dovuto nei confronti della società, a volte contro la società, per l’umanità. 
Lino Maga e il suo Barbacarlo: una coppia diversamente abile a produrre P.I.L. – prodotto interno lordo, ma da sempre un modello per me vignaiolo italiano”.

 

IMG_0169IMG_0162

FIVI i mille volti del vino italiano

Mille Volti FIVI

Una nuova immagine per raccontare chi sono e cosa fanno i Vignaioli Indipendenti. 
Bottiglie che raccontano storie di terra e lavoro e presentano la mostra Mercato dei Vini di Piacenza

Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre oltre 200 artigiani del vino saranno a PiacenzaExpo per il MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI, organizzato da FIVIFederazione Italiana Vignaioli Indipendenti. 
Un viaggio attraverso i filari del nostro Paese: dalle montagne della Valle D’Aosta al sole delle Sicilia. Per scoprire oltre mille etichette, vitigni poco conosciuti, modi di pensare e creare il vino diversi  e, soprattutto, incontrare e conoscere piccoli straordinari artigiani che curano i loro prodotti dalla vigna, alla cantina. Fino ad accompagnarli sulla nostra tavola.

E  la nuova immagine del mercato Piacentino, realizzata dall’illustratrice Monica Zani, fatta di bottiglie contenenti il volto di ognuno degli oltre 750 vigneron FIVI, vuole comunicare la fatica, la passione, la singolarità e diversità di ognuno di loro e dei loro vini. Volti che diventano etichette, bottiglie che racchiudono le vite di grandi artigiani della vigna e della cantina. 
Ogni bottiglia custodisce un racconto. Stappare una bottiglia significa lasciare fluire la storia di chi ha creato quel vino e lo offre ai consumatori. Lo fa “mettendoci la faccia”, perché è frutto unicamente del suo lavoro:  inizia in vigna e si conclude con una stretta di mano con chi lo acquista. È questa la realtà dei Vignaioli Indipendenti. Prendersi cura della vite e dei suoi grappoli, di territori e paesaggi patrimonio di tutti noi. Significa credere nella terra e nelle proprie capacità di valorizzarla, metterci impegno e farcela nonostante la burocrazia soffocante, la crisi economica: nonostante tutto. Significa lavorare la propria terra, investire in lavoro e risorse. Raccontare dentro una bottiglia una storia, un’identità e offrirla agli altri.

IL MERCATO DEI VINI di Piacenza sarà l’occasione per incontrare direttamente i Vignaioli Indipendenti, una realtà vitivinicola con oltre 750 associati, presenti in tutte le regioni del nostro Paese e in grado di offrirci ogni anno 55 milioni di bottiglie prodotte in più di 7 mila ettari di filari. La presenza di numerosi artigiani del cibo aprirà una finestra sulle tipicità gastronomiche legate ad un modello di filiera alimentare in tutto e per tutto simile a quella dei vignaioli FIVI, e renderà la degustazione dei vini ancora più gustosa. Anche grazie al contributo e alla collaborazione del giornalista e critico enogastronomico Giorgio Melandri.

Il MERCATO DEI VINI di Piacenza sarà un viaggio “calice in mano” alla scoperta dell’Italia del vino artigianale.

Date: sabato 30 novembre, domenica 1 dicembre 2013
Luogo: PiacenzaExpo, quartiere fieristico che si trova all’uscita del casello di Piacenza Sud
Distanze: un’ora da Milano, Bergamo, Brescia, Verona. Meno di un’ora da Mantova, Reggio Emilia, Parma, Alessandria
Orari:  sabato che domenica, dalle ore 11 alle 19
Biglietto ingresso: Euro 15,00 catalogo e calice degustazione inclusi

www.mercatodeivini.it twitter: @vignaiolifivi  https://www.facebook.com/vignaioliindipendenti.fivi?ref=hl

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑